di e con Francesca Zaccarato
Teatro Bandito
Spettacolo per la Scuola Secondaria di primo grado
La Gatta de Roma vive sull’Isola Tiberina dal tempo degli dei e di vite non ne ha solo sette o nove… Questa storia inizia proprio su quell’isola incastonata nel Tevere, nel 1938, quando il mondo impazzì e Giovanni Borromeo, primario dell’Ospedale Fatebenefratelli s’inventò una malattia inesistente, il Morbo di K, per salvare molti ebrei dalla deportazione, e con essi tutto il mondo. La Gatta ci porterà tra le vie del ghetto ebraico, le stanze dell’ospedale Fratebenefratelli, sul lungo Tevere, per raccontare l’amicizia di Cloe (figlia di un maestro elementare fascista) e Amos (figlio di un docente universitario ebreo), il cuore buono di Fernanda la caposala, la vergogna e il riscatto di un maestro, il terrore di un padre ebreo, il coraggio del primario …
Con la sua voce narrante felina, diretta, commovente, buffa, surreale, realissima, narra e commenta la follia degli umani, la guerra, e l’incredibile vicenda della “bugia” del dottore: “Per voi è diverso perché ne avete solo una… chissà non sia questo il motivo per cui non potete guardare nel buio… o non volete… forse perché avete una vita sola… C’è stato soltanto un momento in cui pensai seriamente che quella sarebbe stata l’ultima mia vita: gli uomini mi avevano stancata, non ne potevo più di vedere tutto ciò che stava accadendo… Poi, però ci sono degli esseri umani che io penso siano stati dei gatti… loro hanno il coraggio di guardare e vedere oltre il buio. Uomini e donne gatto che io ricordo nelle mie fusa la sera, e di loro racconterò… chissà che alla fine di questa storia anche voi avrete il coraggio di guardare per vedere oltre il buio…” Storie di donne e uomini coraggiosi loro malgrado che si sono trovati a scegliere da che parte stare, mentre la Storia continuava, indifferente, il suo corso.
di e con Francesca Zaccarato
Teatro Bandito
Spettacolo per la Scuola Secondaria di primo grado
La Gatta de Roma vive sull’Isola Tiberina dal tempo degli dei e di vite non ne ha solo sette o nove… Questa storia inizia proprio su quell’isola incastonata nel Tevere, nel 1938, quando il mondo impazzì e Giovanni Borromeo, primario dell’Ospedale Fatebenefratelli s’inventò una malattia inesistente, il Morbo di K, per salvare molti ebrei dalla deportazione, e con essi tutto il mondo. La Gatta ci porterà tra le vie del ghetto ebraico, le stanze dell’ospedale Fratebenefratelli, sul lungo Tevere, per raccontare l’amicizia di Cloe (figlia di un maestro elementare fascista) e Amos (figlio di un docente universitario ebreo), il cuore buono di Fernanda la caposala, la vergogna e il riscatto di un maestro, il terrore di un padre ebreo, il coraggio del primario …
Con la sua voce narrante felina, diretta, commovente, buffa, surreale, realissima, narra e commenta la follia degli umani, la guerra, e l’incredibile vicenda della “bugia” del dottore: “Per voi è diverso perché ne avete solo una… chissà non sia questo il motivo per cui non potete guardare nel buio… o non volete… forse perché avete una vita sola… C’è stato soltanto un momento in cui pensai seriamente che quella sarebbe stata l’ultima mia vita: gli uomini mi avevano stancata, non ne potevo più di vedere tutto ciò che stava accadendo… Poi, però ci sono degli esseri umani che io penso siano stati dei gatti… loro hanno il coraggio di guardare e vedere oltre il buio. Uomini e donne gatto che io ricordo nelle mie fusa la sera, e di loro racconterò… chissà che alla fine di questa storia anche voi avrete il coraggio di guardare per vedere oltre il buio…” Storie di donne e uomini coraggiosi loro malgrado che si sono trovati a scegliere da che parte stare, mentre la Storia continuava, indifferente, il suo corso.