Testo e regia César Brie
con Marco Colombo Bolla, César Brie, Elena D’Agnolo, Rossella Guidotti, Donato Nubile
Produzione Campo Teatrale, Teatro dell’Elfo
Un cantiere abbandonato a Villagrazia, il luogo dal quale partì Paolo Borsellino per andare incontro alla morte. In questo cantiere un uomo fa rotolare per terra delle arance. Tra le lamiere appaiono 4 figure che il profumo delle arance ha tolto dalle ombre. Si chiedono dove sono, qual é la terra in cui si trovano. Si riconoscono. Sono le anime di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto. L’uomo che ha lanciato le arance si presenta. É Tommaso Buscetta, il pentito di mafia. Le anime delle due coppie e del pentito, si raccontano in questo cantiere abbandonato.
I personaggi di quest’opera sono cinque e sono tutti morti.
Agnese la moglie di Paolo è stata l’ultima ad andarsene. Per vent’anni aveva cercato inutilmente la verità. Prima di lei se n’era andato il pentito che aveva fornito le chiavi a Giovanni e Paolo per capire la mafia dall’interno. Dieci anni prima della sua uscita di scena, nell’arco di due mesi, in quella sciagurata estate del 92, erano stati uccisi Giovanni e Francesca e poi Paolo.
Si ritrovano da morti, in un cantiere abbandonato, tra resti di macerie e lo sfondo del mare, per raccontarsi e raccontarci cosa è successo prima e cosa è accaduto dopo. I morti non serbano rancore, ricordano con precisione, intrecciano fatti, accadimenti, segnali, indizi. Avevano visto e previsto tutto, anche la cattiveria e il tradimento. La lotta alla mafia, le vittime, i tradimenti, i pensieri, le vicende personali e pubbliche, la trattativa, l’isolamento, le menzogne, il senso di dovere e l’amore si intrecciano in questa ricostruzione di ciò che è accaduto e di ciò che continuerà ad accadere. Così i morti ricompongono la mappa devastata di un paese che amavano ma che non accettavano e proprio perché lo amavano e non lo accettavano, cercavano di cambiarlo.
Ed è l’amore che viene fuori da questa scena, malconcio, pieno di polvere e detriti.
“Ogni menzogna cadrà per il suo proprio peso,
e rimarrà soltanto ciò che l’amore
toccò con la sua lingua”
César Brie
Spettacolo sostenuto dal progetto “Next – Laboratorio delle idee per la produzione e programmazione dello spettacolo lombardo – Edizione 2023/2024 – Linea D” promosso da Regione Lombardia – Assessorato alla Cultura, in collaborazione con Fondazione Cariplo e AGIS lombarda.
LABOLLA BISTROT
Nei giorni di spettacolo è aperto LaBolla Bistrot, per una merenda al pomeriggio o un’apericena dalle 19.30.
Il Bistrot è gestito dalla Cooperativa Sociale Arca di Noè.
SOTTOCOPERTA
Uno spazio dedicato ai più piccoli nelle notti de LaBolla, mentre i più grandi si godono lo spettacolo.
Il servizio è attivo dalle 20.45 fino a fine spettacolo, per bambini dai 4 ai 13 anni. Costo 8 euro a bambino.
A cura di Stripes cooperativa sociale onlus. Prenotazioni al numero: 3338299876 – labolla.piudiunlab@gmail.com
Foto di Laila Pozzo
Testo e regia César Brie
con Marco Colombo Bolla, César Brie, Elena D’Agnolo, Rossella Guidotti, Donato Nubile
Produzione Campo Teatrale, Teatro dell’Elfo
Un cantiere abbandonato a Villagrazia, il luogo dal quale partì Paolo Borsellino per andare incontro alla morte. In questo cantiere un uomo fa rotolare per terra delle arance. Tra le lamiere appaiono 4 figure che il profumo delle arance ha tolto dalle ombre. Si chiedono dove sono, qual é la terra in cui si trovano. Si riconoscono. Sono le anime di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto. L’uomo che ha lanciato le arance si presenta. É Tommaso Buscetta, il pentito di mafia. Le anime delle due coppie e del pentito, si raccontano in questo cantiere abbandonato.
I personaggi di quest’opera sono cinque e sono tutti morti.
Agnese la moglie di Paolo è stata l’ultima ad andarsene. Per vent’anni aveva cercato inutilmente la verità. Prima di lei se n’era andato il pentito che aveva fornito le chiavi a Giovanni e Paolo per capire la mafia dall’interno. Dieci anni prima della sua uscita di scena, nell’arco di due mesi, in quella sciagurata estate del 92, erano stati uccisi Giovanni e Francesca e poi Paolo.
Si ritrovano da morti, in un cantiere abbandonato, tra resti di macerie e lo sfondo del mare, per raccontarsi e raccontarci cosa è successo prima e cosa è accaduto dopo. I morti non serbano rancore, ricordano con precisione, intrecciano fatti, accadimenti, segnali, indizi. Avevano visto e previsto tutto, anche la cattiveria e il tradimento. La lotta alla mafia, le vittime, i tradimenti, i pensieri, le vicende personali e pubbliche, la trattativa, l’isolamento, le menzogne, il senso di dovere e l’amore si intrecciano in questa ricostruzione di ciò che è accaduto e di ciò che continuerà ad accadere. Così i morti ricompongono la mappa devastata di un paese che amavano ma che non accettavano e proprio perché lo amavano e non lo accettavano, cercavano di cambiarlo.
Ed è l’amore che viene fuori da questa scena, malconcio, pieno di polvere e detriti.
“Ogni menzogna cadrà per il suo proprio peso,
e rimarrà soltanto ciò che l’amore
toccò con la sua lingua”
César Brie
Spettacolo sostenuto dal progetto “Next – Laboratorio delle idee per la produzione e programmazione dello spettacolo lombardo – Edizione 2023/2024 – Linea D” promosso da Regione Lombardia – Assessorato alla Cultura, in collaborazione con Fondazione Cariplo e AGIS lombarda.
LABOLLA BISTROT
Nei giorni di spettacolo è aperto LaBolla Bistrot, per una merenda al pomeriggio o un’apericena dalle 19.30.
Il Bistrot è gestito dalla Cooperativa Sociale Arca di Noè.
SOTTOCOPERTA
Uno spazio dedicato ai più piccoli nelle notti de LaBolla, mentre i più grandi si godono lo spettacolo.
Il servizio è attivo dalle 20.45 fino a fine spettacolo, per bambini dai 4 ai 13 anni. Costo 8 euro a bambino.
A cura di Stripes cooperativa sociale onlus. Prenotazioni al numero: 3338299876 – labolla.piudiunlab@gmail.com
Foto di Laila Pozzo