Regia di Sandra Bertuzzi
Fantateatro
Spettacolo per la Scuola dell’Infanzia
“A Roma sogni la campagna; quando sei in campagna, incostante, esalti la città.”
Orazio
Il topo di città e il topo di campagna è una favola scritta da Esopo, nel VI secolo a.C.. Dopo diversi anni di assenza Gastone, che vive in una grande metropoli, torna in campagna a trovare il cugino Billo Pancetta checonduce una vita serena e tranquilla. Gastone rivoluzionerà la vita
di Billo ma la frenetica vita cittadina, il forte inquinamento acustico e ambientale e il grande traffico faranno ritornare Billo Pancetta alla sua vita di sempre.
Una favola esopica consiste in un brevissimo racconto, presentato in modo chiaro ed essenziale: i protagonisti sono animali, talvolta anche piante e perfino oggetti inanimati o fenomeni naturali. Scopo della favola è illustrare, con il suo svolgimento, le regole che dovrebbero guidare o che guidano il comportamento degli esseri umani. Il significato morale di ogni favola è chiarissimo, ma a molte di esse, in età successiva, fu aggiunta una frase che lo spiega ancora più chiaramente. Ogni animale incarna e simboleggia una specifica qualità, negativa o positiva, secondo associazioni che sono vive ancor oggi: così la volpe è simbolo dell’astuzia, ma anche dell’avidità e della slealtà; la formica incarna le doti del risparmio e del duro lavoro, la cicala è immagine di chi, per amore dell’ozio e del piacere del momento, si condanna alla miseria futura.
La favola Il topo di città e il topo di campagna scritta da Esopo e poi ripresa da Orazio, si prefigge di trasmettere un valore di fondamentale importanza: apprezzare ciò che si ha senza lasciarsi sedurre dal resto. Nello spettacolo di Fantateatro si pone l’accento sulla bellezza dell’ambiente rurale e sul benessere che deriva dal vivere a contatto con la natura, avendone rispetto e traendone insegnamenti sui quali la frenesia della vita cittadina non ci permette di riflettere.
Regia di Sandra Bertuzzi
Fantateatro
Spettacolo per la Scuola dell’Infanzia
“A Roma sogni la campagna; quando sei in campagna, incostante, esalti la città.”
Orazio
Il topo di città e il topo di campagna è una favola scritta da Esopo, nel VI secolo a.C.. Dopo diversi anni di assenza Gastone, che vive in una grande metropoli, torna in campagna a trovare il cugino Billo Pancetta checonduce una vita serena e tranquilla. Gastone rivoluzionerà la vita
di Billo ma la frenetica vita cittadina, il forte inquinamento acustico e ambientale e il grande traffico faranno ritornare Billo Pancetta alla sua vita di sempre.
Una favola esopica consiste in un brevissimo racconto, presentato in modo chiaro ed essenziale: i protagonisti sono animali, talvolta anche piante e perfino oggetti inanimati o fenomeni naturali. Scopo della favola è illustrare, con il suo svolgimento, le regole che dovrebbero guidare o che guidano il comportamento degli esseri umani. Il significato morale di ogni favola è chiarissimo, ma a molte di esse, in età successiva, fu aggiunta una frase che lo spiega ancora più chiaramente. Ogni animale incarna e simboleggia una specifica qualità, negativa o positiva, secondo associazioni che sono vive ancor oggi: così la volpe è simbolo dell’astuzia, ma anche dell’avidità e della slealtà; la formica incarna le doti del risparmio e del duro lavoro, la cicala è immagine di chi, per amore dell’ozio e del piacere del momento, si condanna alla miseria futura.
La favola Il topo di città e il topo di campagna scritta da Esopo e poi ripresa da Orazio, si prefigge di trasmettere un valore di fondamentale importanza: apprezzare ciò che si ha senza lasciarsi sedurre dal resto. Nello spettacolo di Fantateatro si pone l’accento sulla bellezza dell’ambiente rurale e sul benessere che deriva dal vivere a contatto con la natura, avendone rispetto e traendone insegnamenti sui quali la frenesia della vita cittadina non ci permette di riflettere.